Colori e sapori in un bicchiere di Malvasia

colori e sapori modellati dal sole di Sardegna in un bicchiere di Malvasia

Un grappolo di grandezza media, con acini non troppo grossi e con buccia sottile di color oro vecchio, caldo e promettente; sarmenti lunghi e vigorosi; foglia liscia: questa è la Malvasia di Sardegna.

Le molte varietà di Malvasia

La varietà di uva detta Malvasia si trova un po’ ovunque in Italia: in Friuli, Piemonte, Lazio, Sicilia, Marche, Toscana… in ogni territorio ha poi assunto nei secoli (o millenni?) caratteristiche particolari dovute sia alla natura dei terreni, sia agli interventi dell’uomo. Di recente l’Istituto Sperimentale per la Viticoltura di Conegliano Veneto ne ha descritto e classificato diciassette varietà in ottanta provincie italiane. In Sardegna la Malvasia ha, come sempre, diversi nomi: Malvagia, Marmaxie, Malmazia, Manusia, Malvatica, ma anche Avarèga.

Colori e sapori in un bicchiere di Malvasia

Origini remotissime

Se fino a qualche anno fa si dava per scontata l’origine greca di questa uva, (il nome sembra derivare dalla cittadina del Peloponneso di Monemvasia) e si attribuiva la diffusione del vitigno in Sardegna ai Bizantini fra il IV e il X secolo, oggi si può affermare con una certa sicurezza che queste viti affondano le loro antiche radici proprio nel Mediterraneo Occidentale. È del 2015 infatti la scoperta, nel sito nuragico di Sa Osa (presso Cabras, provincia di Oristano), di semi di Vernaccia e Malvasia vecchi di tremila anni. Ben prima quindi che l’isola venisse abitata da Fenici, Bizantini, Romani.

Ovviamente non sappiamo come i nostri padri nuragici trattassero i gialli grappoli e che tipo di vino ne ricavassero, ma di certo in epoca più recente i sardi hanno goduto – giustamente – del suo sapore unico e del suo potere di coesione sociale, attribuendo a questo vitigno i vari nomi locali di Malvagia, Marmaxie, Malmazia, Manusia, Malvatica e Avarèga e coltivandolo in territori piuttosto vasti: si va dalla Romangia, alla Planargia, al Campidano.

Malvasia di Bosa

Bosa (Oristano) è quella che si definisce una enclave della coltivazione del Malvasia. La Malvasia di Bosa ha connotazioni quasi mitiche; il vino può invecchiare più o meno infinitamente; ha un colore ambrato-dorato intensissimo; un sapore caratteristico di frutta secca e di spezie, un profumo inebriante e un grado alcolico cui non si rimane indifferenti (dai 15 ai 17 gradi e mezzo). In Planargia la Malvasia è considerata un vino nobile da riservare a circostanze e persone speciali e vedersene offrire un bicchierino è un privilegio che non va sottovalutato.

L’area di produzione della Malvasia di Bosa è compresa tra il Comune di Bosa a nord e Punta di Foghe, alle foci del Rio Mannu, a sud (i comuni sono, oltre a Bosa, quelli di Suni, Tinnura, Flussio, Magomadas, Tresnuraghes e Modolo, tutti in provincia di Oristano); i terreni dove cresce sono calcarei  – soleggiati e ondulati – variano tra il livello del mare e i 300 metri di altezza; il clima di questo territorio è caldo, con inverni miti e temperature estive molto elevate. Le poche piogge e le brezze marine esaltano gli aromi delle uve.

Quella della Malvasia di Bosa è una delle diciassette Doc (Denominazioni di Origine Controllata) della regione Sardegna, esiste fin dal 1972 ed è riservata ai vini che rispondono alle condizioni e ai requisiti prescritti dal disciplinare di produzione, che contempla le seguenti tipologie: Malvasia di Bosa, Malvasia di Bosa Riserva, Malvasia di Bosa Spumante e Malvasia di Bosa Passito. Sempre secondo il disciplinare i Malvasia devono essere ottenuti da uve provenienti dai vigneti di Malvasia di Sardegna per minimo il 95%; il restante 5% può avere origine da altri vitigni a bacca bianca iscritti nel registro nazionale delle varietà di vite per uve da vino.

Assaggiandolo – con moderazione – anche i meno esperti possono chiudere gli occhi e immaginarsi facilmente le assolate colline rivolte verso uno splendido mare, dove piccole e fitte vigne compongono un mosaico interrotto solo da casette bianche con il porticato.

Colori e sapori in un bicchiere di Malvasia

Un personaggio da film

Ed è in una di queste casette bianche che io ho sempre immaginato la vita di un signore di nome Giovanni Battista Columbu; il quale ha avuto il merito di far diventare questo vino, da sempre prodotto in casa e offerto agli ospiti come un dono prezioso, una “eccellenza sarda”. Il signor Columbu (morto nel 2012 a 92 anni) fu uno dei protagonisti del bel film Mondovino di Jonathan Nossiter del 2004; oggi la famiglia continua la sua opera.

Sapore di sole e odore di mare

Seguendo la “Strada della Malvasia di Bosa” attarverso Bosa, Suni, Tinnura, Flussio, Magomadas, Tresnuraghes e Modolo, rimarrete meravigliati dai bei murales, dalle estemporanee esposizioni di cestini sulle soglie delle case, dalla spontanea cortesia dei (pochissimi) abitanti, che vi sapranno indicare di certo qualche cantina dove imbastire una degusatazione. Poi, con tutta la calma che merita questa esperienza, potrete sedervi anche voi faccia a mare e sentire in bocca il sapore del sole.

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