Il nuovo nel piatto

Da qualche anno nella maggior parte delle città si sono moltiplicati i negozi di alimentari dove trovare ingredienti o cibi pronti provenienti da tutto il mondo; anche per la grande distribuzione è ormai abituale riservare uno scaffale a salse, preparati e spezie espressione di culture gastronomiche lontane. E i viaggi si sono fatti più frequenti e più facili: ci si trova in un paese straniero ad assaggiare cibi nuovi che scatenano sensazioni che, poi, si vogliono rinnovare una volta tornati a casa.

Il libro di Giulia Visci dal titolo Il nuovo nel piatto – Ponte alle Grazie 2012 – può essere la guida ideale per districarsi tra nomi e consistenze particolari, sapori e colori che si conoscono poco, provenienze e utilizzi inaspettati dei cibi “nuovi”.

In duecentocinquanta pagine senza illustrazioni, vengono passati in rassegna centoventotto ingredienti più o meno esotici e insoliti. Si dice da dove provengono e dove si usano, se ne danno descrizione e notizie storico-geografiche e, se serve, un piccolo ritratto botanico; poi si passa a illustrare le ricette in cui compaiono.

Si va dal fieno greco al latte di cocco; dall’assafetida al paneer; dal kombucha al sacha inchi; dal rambutan all’umeboshi, ma vengono presi in considerazione anche quei cibi che sono diventati ormai di casa nella nostra cucina, come il cus cus, la feta, o il cavolo cinese.

Le ricette proposte, una volta procuratosi l’ingrediente o la spezia, sono tutte fattibilissime se si ha un minimo di dimestichezza con i fornelli. Questo libro è proprio “bello da leggere” anche per chi, in effetti, non avrebbe alcuna intenzione di includere nella propria dieta ghee o tempeh, amasake o goumi, ma che, per esempio, non voglia farsi trovare impreparato al prossimo invito a cena dall’amica foodie.

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